Internet e cyber sex: ne siamo davvero schiavi?

 

Da Salerno, in questi giorni è arrivata una notizia shock: una ragazzina di 12 anni, segregata in casa dai genitori a causa di una patologia che impediva ai suoi muscoli di funzionare correttamente, è diventata dipendente dai social network e dai siti Internet a sfondo sessuale.

La scoperta delle condizioni in cui viveva la ragazzina è avvenuta grazie alla dirigente scolastica dell’istituto a cui risultava iscritta, che ha sporto denuncia alla sua famiglia per evasione dell’obbligo scolastico. A quel punto sono intervenuti i servizi sociali, che hanno trascinato i genitori della minorenne in tribunale.

Mamma e papà della piccola internet addict hanno perso la potestà genitoriale nei suoi confronti: lei sarà probabilmente inserita in una comunità per intraprendere un percorso di socializzazione.

Ma la cosa più triste è che questo caso incredibile di dipendenza totale dal Web non è stato l’unico in Italia: pochi mesi fa, a Bari, sui giornali è apparsa la storia di una famiglia intera che non usciva di casa da ben due anni per passare tutto il tempo davanti a pc, tablet e smartphone.

La mamma di 43 anni, il papà di 40 ed il figlio maggiore di 15 anni mandavano la piccola di casa, una bimba di 9 anni, a fare la spesa, costituita unicamente da biscotti e merendine. Il figlio grande aveva già abbandonato gli studi, mentre la bimba andava ancora a scuola: ancora una volta, sono stati gli insegnanti della piccola a lanciare l’allarme, insospettiti dal fatto che si presentasse a scuola in precarie condizioni igieniche.

In questo caso, però, i pericoli corsi dalla famiglia erano ben più gravi di quelli del cyber sex: pare, infatti, che il figlio 15enne fosse coinvolto in alcuni gruppi social legati al terribile gioco della Blue Whale, che istiga i ragazzi a compiere azioni autolesionistiche sempre più gravi fino a filmarsi mentre si suicidano buttandosi giù da un palazzo.

 

Cyber sex e sesso vero: quali sono le differenze?

 

Il cyber sex attrae sia donne che uomini: le prime, nascoste dietro lo schermo del PC, si sentono più disinibite e meno imbarazzate per i difetti, veri o presunti, del proprio corpo. I secondi, invece, si rivolgono al sesso virtuale per mascherare la propria timidezza o la scarsa abilità nell’interagire con l’altro sesso.

Inoltre è noto che il Web garantisce un certo livello di anonimato. Non c’è nessun dubbio che sia molto più facile immaginare di vivere avventure erotiche mentre si è comodamente seduti a casa davanti allo schermo anziché andarsele a cercare fuori, affrontando l’inevitabile giudizio della società.

Per non dire che il partner virtuale, molto probabilmente uno sconosciuto o una sconosciuta, non potrà certo accorgersi delle eventuali disfunzioni sessuali dell’internauta a caccia di sesso facile, come disfunzione erettile, eiaculazione precoce, anorgasmia, o anche solo un pene non troppo grande. Anche l’ansia da prestazione, quindi, gioca un ruolo chiave in questo fenomeno.

Se si perde il contatto con la realtà, però, il rischio è quello di sviluppare una vera e propria dipendenza, esattamente come quella da porno: le persone coinvolte possono arrivare a compromettere seriamente la propria vita di coppia.

 

Quali sono i rischi del sesso virtuale?

 

Innanzi tutto il sesso online è, per sua natura, un atto “mordi e fuggi” e privo di sentimento. Non siamo certo qui per giudicare chi desidera godersi un piacevole diversivo senza complicazioni sentimentali, ma è doveroso ammettere che nel caso dei giovanissimi, tra cui il cyber sex è particolarmente popolare, ciò può comportare diversi rischi.

Un adolescente che scopre troppo precocemente il mondo del sesso virtuale può imparare che la sessualità è un bene di consumo, e che il corpo femminile non è altro che un oggetto da utilizzare a proprio piacimento. Il che si ripercuote negativamente sulle prime esperienze sessuali ed affettive del giovane.

Da adulto, potrà diventare un uomo incapace di impegnarsi in una relazione seria o di vivere appieno le gioie dell’amore. Le ricerche forniscono dati impressionanti: pare che i ragazzi accedano per la prima volta a contenuti online a sfondo sessuale tra i 10 ed i 13 anni.

Ci sono anche rischi legati a violenze ed abusi sessuali, che colpiscono sia le adolescenti che le donne più mature. Ad esempio il sexting, ossia la pratica di scambiarsi foto intime via chat o messaggio privato, può sfociare nel revenge porn: lo sconosciuto sexy con cui si ha avuto una piccola avventura online, ad un certo punto, si trasforma in un aguzzino che ricatta la donna minacciandola di pubblicare o diffondere le sue immagini osé.

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